Sembrava fosse passato un secolo dall’ultima volta in cui avevo cantato dal vivo. Non ricordo neppure quando era stata. La pandemia aveva cancellato più o meno tutti i concerti sulla faccia della terra. Uniche alternative lo streaming o le registrazioni casalinghe da postare su YouTube. Ho dovuto aspettare fine luglio perché si riaprisse una finestra dopo tanto tempo. Sono stata invitata a cantare al Teatro Magnolia di Abano Terme durante l’evento organizzato dagli amici di Grazie Bro.

ADRENALINA. Da oltre un anno non calcavo un palcoscenico per esibirmi davanti al pubblico. Come è stato? In una parola fighissimo. Sentivo di avere addosso una carica assurda. Ho riversato sul palco tutta quell’adrenalina accumulata nell’ultimo anno (durissimo per tutti). Avevo un vuoto emozionale che mi portavo appresso da un bel po’ e che andava colmato: mi mancavano troppo tutte quelle emozioni, quelle sensazioni che si provano nel cantare “in presenza” di fronte ad altre persone.

CATAPULTATA. È stato bello, ma anche complicato. Sì perché quel giorno stavo lavorando a Misano. Sono andata a prepararmi alle 18.30 e poi alle 19 sono partita in auto per andare direttamente all’evento di Grazie Bro. Sono arrivata al teatro verso le 21.45, a ridosso della mia esibizione che era prevista poco dopo le 22. In pratica sono stata catapultata sul palco. Anche gli organizzatori mi han fatto notare che sono stata una pazza a prendermi con i tempi così stretti.

OPPORTUNITÀ. Poi però quando canti passa tutto in secondo piano. Ho infilato tre brani in sequenza: “Splash”, “Testacoda” e “Non sai come”. Ancora adesso stento a crederci di essere tornata alla carica non con una, ma con ben tre canzoni in scaletta. Quando ricapiterà un’altra opportunità simile non è dato saperlo: il Covid morde ancora. L’importante è che quando tornerà il momento di risalire sul palco, sarò pronta ancora una volta a farlo.

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