Stanca e felice. Ma d’altra parte è così: Imola ha il potere ogni volta di assorbirti. Di prenderti in tutti i sensi, fisicamente e psicologicamente. Nonostante il weekend sia stato più breve rispetto al solito e tutto si sia concentrato nell’arco di tre giorni, anziché i canonici quattro (in virtù delle regole stabilite dall’autodromo “Enzo e Dino Ferrari” di Imola), l’impegno questa volta è stato davvero totale.

Partiamo dai risultati: sono contenta perché i piloti che sto seguendo nel mio lavoro di grid girl e giornalista-reporter sono andati molto bene. Punto numero due: capitolo interviste. Devo ammettere che ha fatto capolino ancora l’ansia all’idea di intervistare Nadia Padovani, neo AD della Gresini Racing, che peraltro nell’occasione è stata anche insignita con una targa ricordo. Non volevo toccare determinati argomenti, proprio perché ci conosciamo e conosco la sua famiglia da diverso tempo. Avvertivo il disagio e ho cercato di superarlo con la dovuta accortezza. Sapevo che occorreva un certo tatto nell’approcciare all’intervista e fortunatamente alla fine è filato via tutto liscio.

Imola suscita emozioni e ricordi che conservo gelosamente in fondo al cuore. È un circuito che mi è sempre piaciuto e a cui sono rimasta molto legata per una serie di motivi. Mi ha regalato in passato tante soddisfazioni. È stato divertente tornare a “casa”. Eccezion fatta per i chilometri che ho dovuto sciropparmi in tre giorni di viavài. Ho finito con i piedi doloranti, ma tutto sommato per Imola ne è valsa ancora la pena.

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